La mattina apro la finestra e la chiesa abbandonata di fronte si è già svegliata prima di me. Viene frequentata da abitanti alati e scappati di casa su quattro zampe. I mattoni di color sabbia sono diventati rifugio per i piccioni. Ogni tanto manca un mattone nella fila e lascia libero un buco destinato a diventare tana in cui i piccioni costruiscono i loro nidi e fanno capolino dai loro nascondigli scrutando il nostro cortile condiviso. Sul muretto davanti alla chiesa abbandonata, divorato a metà dai cespugli, è tornato lui: il gatto biancorosso che alza la testa incuriosito per raggiungere i piccioni che si puliscono impassibili il loro piumaggio. Il biancorosso, che è sdraiato pigramente sul muretto, lancia un‘occhiataccia verso l‘alto: Prima o poi vi becco!
Le finestre a mezzaluna della chiesa abbandonata, dietro cui le ultime preghiere sembrano un ricordo lontano, sbadigliano di fronte alla scena giornaliera. Un piccione bianco sporco, figlio di un sopravvissuto a un matrimonio, si riposa sul davanzale di una delle finestre. Passa un gabbiano maestoso che si posa sul cornicione del tetto della casa accanto. La casa delle imposte di color verde scuro fa bella figura anche oggi: magliette, calzini, lenzuola e mutande sventolano dai balconi nella brezza mattutina. Le nuvole fanno spazio per dei raggi di sole che inondano i mattoni del rifugio di una luce antica e il gabbiano scoppia in una risata malvagia annunciando che il quartiere è suo. Gli scappati di casa lanciano occhiate smarrite in direzione della fonte del rumore. Il piccione bianco sporco si ritira velocemente in una delle tane tra i mattoni. Nel frattempo, il biancorosso è saltato sulle sue quattro zampe, allunga il collo e fissa con aria sfidante il malandrino seduto sul cornicione della casa che fa bella figura: Un giorno ti becco!
Osservo questo quadro in movimento e mi accorgo di sentirmi accolta tra gli scappati di casa che, come me, cercano rifugio tra muri tremanti, chiese sconsacrate e gridi di quartiere. Il gatto biancorosso sbadiglia, inizia la ritirata e si arrampica sui cespugli che divorano il muretto mentre il gabbiano si lancia dal cornicione e sparisce su ali lunghe tra la casa delle imposte di color verde scuro e la chiesa abbandonata. I piccioni tubano nelle loro tane, contenti che i guastafeste, almeno per ora, si sono dispersi ai quattro venti.
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